La Galleria Guastalla Centro Arte, coadiuvata dall’Archivio Gentilini, Roma, presenta una mostra antologica dell’artista Franco Gentilini nella ricorrenza dei 100 anni dalla nascita, dopo il successo della grande esposizione realizzata in occasione di questo evento al Museo della Permanente a Milano.
In mostra saranno esposte 40 opere tra dipinti, tempere, disegni, e opere grafiche dell’artista faentino ma romano d’adozione, scomparso a Roma nel 1981. Vi sono rappresentate un po’ tutte le tecniche usate da Gentilini, e le varie tematiche: i nudi, i volti femminili, le nature morte, le cattedrali, i ponti di New York, i gatti, i banchetti, i paesaggi.
Nel catalogo, dove sono pubblicati quasi tutti i quadri presenti in mostra, le tempere i disegni e le litografie edite dalle Edizioni Graphis Arte, la studiosa Laura Turco Liveri dell’ Archivio Gentilini, nel suo testo di introduzione alla mostra, si domanda:[..]Cosa c’è in quegli angoli scuri, in ombra dalla luna? Perché Gentilini traccia quelle prospettive così lunghe, quasi eccessive rispetto alla centralità della solare bellezza delle sue facciate? Dove vuole condurci l’artista, sul filo del disegno? Vuole forse farci arrivare all’ombra delle sue cattedrali, in uno spazio ampio ma appartato, segreto, dove pulsa l’amore, il sentimento, il gioco, il sogno, l’illusione. Uno spazio che talvolta prende il sopravvento sulla superficie compositiva, aprendo al sogno una realtà sospesa, metafisica. E forse non è un caso che le sue pitture si posino prevalentemente su fondi sabbiosi neri.[..]
In mostra saranno esposti due rari dipinti della serie dei “Ponti di New York”, che Gentilini eseguì, 12 in tutto, nel 1959 su commissione della rivista “Fortune” di Chicago; sempre Laura Turco Liveri a proposito di questi dipinti dice: “E se, nei Ponti, il gesto di Gentilini è ampio e, come quello di un violinista che striscia l’archetto sulle corde, attraversa più volte in orizzontale tutta la superficie, al contempo i rettangoli di colore o le linee verticali in sequenza ne animano il ritmo, restituendo l’impressione di un continuo movimento ondeggiante che si ferma solo in prospettiva frontale, come nell’acqua del fiume o nelle stelline sul cielo nero in Triboro Bridge, o i camion e la cupola verde sul fondo in Williamsburg Bridge. Particolare non casuale, infatti, che, proprio per la serie dei Ponti, Gentilini abbia prediletto il formato orizzontale, tranne che in un dipinto, e che abbia ulteriormente preferito comprendere l’interezza del soggetto per lungo piuttosto che in scorcio, visuale che ne avrebbe rallentato la lettura e mutato il significato”.
Gentilini rimane una figura isolata e personale nel suo tempo, una personalità unica: le sue cattedrali incantate, le sue figure magiche, le sue nature morte metafisiche, i suoi gatti affettuosi, ci fanno sognare un mondo fiabesco e trasmettono forte energia vitale; forse è per questo che Gentilini è stato così amato da scrittori e poeti e che abbia spesso illustrato le loro opere.
All’inaugurazione era presente la moglie dell’artista Luciana Gentilini, che da sempre si occupa della promozione e dell’archiviazione delle opere del marito e la storica dell’arte Dott.ssa Laura Turco Liveri che la affianca nel lavoro di archiviazione.
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