Marc Chagall
Il profeta dell'immaginario
14 aprile – 15 giugno 2007
Comunicato stampa

In concomitanza con la grande mostra pubblica “Chagall delle meraviglie” in corso al complesso del Vittoriano a Roma, la Galleria Guastalla Centro Arte presenta una mostra del celebre artista russo “Marc Chagall, il profeta dell’immaginario”.

Il nostro percorso parte dal fortunato ritrovamento della rara tecnica mista originale a colori “L’aigle, la laie et la chatte” (L’aquila, il cinghiale e la gatta) del 1927 che è il bozzetto per una delle più belle incisioni della serie de “Le favole di La Fontaine”. Questa mostra intende cogliere uno degli aspetti più importanti dell’attività di questo grande artista che ha caratterizzato l’intero ‘900, secolo da lui attraversato quasi interamente. Viene posta, infatti, particolare attenzione a quei cicli di illustrazioni che si ispirano ai temi sacri e a importanti opere della letteratura, quali “Le anime morte”di Gogol, le “Favole di La Fontaine”, e la “Bibbia, Antico Testamento”, cui Chagall si dedicò a partire dagli anni ’20, soprattutto attraverso il mezzo dell’incisione e della litografia originale.

In questa mostra vi sono esposte circa 80 opere fra tecniche miste, incisioni, anche acquerellate dall’artista e litografie originali che rappresentano una selezione dei grandi cicli di illustrazioni ai quali Chagall si è dedicato lasciando una testimonianza di altissimo livello nella storia dell’arte contemporanea. Egli stesso a questo proposito diceva: “Mi sembra che qualcosa mi sarebbe mancato se, a parte il colore, non mi fossi occupato anche di incisione e litografia. Sin dalla prima giovinezza, quando ho cominciato a servirmi della matita, ho cercato qualcosa che potesse espandersi come una corrente che si riversa su rive lontane e seducenti. Curvo sulla pietra litografica e sulla lastra di rame, ho l’impressione di toccare un talismano. Mi sembra di trasmettere loro tutte le mie tristezze, tutte le mie gioie…”

L’importanza che Chagall attribuisce al suo lavoro grafico è testimoniata anche dalle splendide incisioni che lui acquerella a mano, conferendo maggiore preziosità all’opera, alcune delle quali esposte in mostra.

Chagall, nato a Vitebsk nel 1887 e morto a Saint Paul de Vence nel 1985, nel 1910 si trasferì a Parigi, dove sarà tra gli animatori più importanti del panorama artistico insieme a Max Jacob, Modigliani, Delaunay, Apollinaire, Picasso, Matisse, Brancusi ecc.. ed è qui che si dedicò soprattutto al suo lavoro grafico, sia esso litografia o incisione.

Nel 1923 a Berlino realizza per conto di Cassirer ventisei incisioni ed alcune litografie. Saranno i primi tentativi di quella che sarà poi una vasta e feconda produzione nel campo dell’opera grafica.

Nel 1925 lavora soprattutto per terminare le tavole delle incisioni de “Le Anime Morte” di Nicolai Gogol che aveva iniziato nel ‘23: sono una serie di novantasei acquaforti che verranno poi stampate a Parigi nel ’48, nelle quali Chagall trova modo di esprimersi con il massimo della libertà e della sua fantasia felice ed inverosimile. Per Chagall il gruppo di acquaforti de Le Anime Morte, di cui una selezione è presente in mostra, rappresenta un banco di prova assai importante perché è l’argomento con cui saldare e omogeneizzare le proprie radici culturali e il cosmopolitismo della Ville Lumière: affiorano infatti gli echi degli amati Cezanne e Van Gogh, le deformazioni sottili, gli scarti di prospettiva, l’ironia, il patetico, il grottesco rappresentati tramite una incredibile galleria di personaggi sempre eccitati dalla verve scintillante dell’artista. Nell’incisione Chagall non ha a disposizione i blu, i rossi, i viola che rendono tipica la sua pittura, ma si affida totalmente al segno veloce e nervoso usato con una maestria e una innovazione assolutamente geniale.

Nel 1927 viene invitato da Ambroise Vollard, editore e gallerista di gran parte dei più importanti artisti del ‘900 (che già era stato l’editore de”Le anime morte”), a illustrare “Le Favole di La Fontaine”: Chagall si mette al lavoro realizzando prima i bozzetti preparatori, uno dei quali “L’aigle, la laie et la chatte”, è esposto in mostra insieme a 20 incisioni della stessa serie, poi inizia l’esecuzione delle 100 acquaforti su rame, che solo nel 1956 saranno pubblicate da Tériade.

Quando, per esempio, il pittore decide di confrontarsi con La Fontaine – scrive Sebastiano Grasso nel volume” Chagall- I classici dell’arte” – la resa fantasmatica e stilistica è altissima. L’anima russa si rispecchia nella grande “favola” francese del XVII secolo. Se dapprima i modelli di La Fontaine sono Esopo e Fedro, in un secondo momento egli si ispira anche alle favole dell’indiano Pilpai. […] “La scena è l’universo”, aveva detto La Fontaine. E su questo universo Chagall ripropone corvi, volpi, asini volanti, capre, leoni, lupi, agnelli, cicogne, galli, cavalli, aquile, scarabei, moscerini, topi, lepri, rane, galli, pavoni, gatte, scrofe, gazze. E vacche. Certo, accanto c’è un altro serraglio – continua Grasso – quello umano. Ecco il disgraziato, il boscaiolo, il ragazzo, il maestro di scuola, il ciarlatano, il pastore, il mugnaio, l’ubriacone, il cuoco, l’annegato, la madre, il bambino, la vecchia, il cacciatore, il contadino, la lattaia, la serva, il passante, il curato, il ciabattino, il banchiere, il giardiniere, lo scultore, il matto, il re.

Terminata la centesima tavola delle Favole, nel 1931, Vollard commissiona a Chagall una terza grande opera: l’illustrazione della “Bibbia”. Dopo un viaggio in Palestina e dopo aver realizzato una serie di gouaches preparatorie l’artista attaccò con l’incisione della prima delle centocinque tavole che la compongono. Quando Vollard morì accidentalmente nel 1929, 66 tavole erano state terminate, le 39 tavole restanti, appena abbozzate, saranno riprese al suo rientro in Francia, nel 1952, dopo il periodo trascorso negli Stati Uniti, dove era riparato per sfuggire alle persecuzioni antiebraiche: saranno pubblicate nel 1956 dall’editore Teriade che le aveva acquistate dagli eredi di Vollard. Alcune di queste opere anche acquerellate sono esposte in mostra.

Lo stesso Teriade, editore della rivista d’arte e letteratura parigina, Verve, commissiona nel 1958 a Chagall una ulteriore serie di illustrazioni per la “Bibbia” su temi non trattati in precedenza. L’opera, realizzata fra il ’58 e il ’59, viene pubblicata nel 1960 con un eccezionale numero doppio della stessa rivista Verve: contiene 96 riproduzioni in bianco e nero e 24 litografie originali a colori, più la copertina, tirate nella famosa stamperia Mourlot. Questa serie completa è esposta in mostra.

Mi sono riferito a quel grande libro universale che è La Bibbia – scrive lo stesso Chagall – fin dall’infanzia mi ha riempito di visioni sul destino del mondo e mi ha ispirato il mio lavoro. Nei momenti di dubbio, la sua grandezza e la sua saggezza altamente poetiche mi hanno quietato. Essa è per me come una seconda natura. Attraverso la saggezza della Bibbia vedo gli avvenimenti della vita e le opere d’arte. Una vera grande opera è attraversata dal suo spirito e dalla sua armonia. Certo non sono il solo a pensare così soprattutto ai nostri tempi. Siccome nella mia vita interiore lo spirito e il mondo della Bibbia occupano un grande spazio, ho cercato di esprimerla. E’ essenziale rappresentare gli elementi del mondo che non sono visibili e non riprodurre la natura in tutti i suoi aspetti.

 

Catalogo

richiedi il catalogo delle opere in mostra a info@guastallacentroarte.com

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