Mario Schifano (Khoms 1934-Roma 1998)
Nacque a Khoms, in Libia, ma la sua famiglia si trasferì presto a Roma. Fin da giovanne dimostrò un interesse per l’arte e frequentò l’Accademia delle Belle Arti di Roma, anche se abbandonò gli studi accademici per andare a lavorare insieme al padre, archeologo e restauratore, nel Museo etrusco di Villa Giulia. Iniziò a realizzare le sue prime opere influenzato dall’arte Informale degli anni Quaranta e nel 1959 espose per la prima volta alla Galleria Appia Antica di Roma. I suoi primi quadri furono tele monocromatiche, su cui l’artista incollò carta e lettere. Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio deli anni Sessanta l'artista divenne una figura centrale nella scena artistica romana. Insieme agli artisti Mimmo Rotella, Tano Festa, Franco Angeli, Giosetta Fioroni, Renato Mambor, Sergio Lombardo e Cesare Tacchi entrò a far parte della scuola di Piazza del Popolo e frequentò l'iconico Caffè Rosati, luogo di incontro di artisti, intellettuali, registi e star del cinema. Insieme agli altri artisti espose nel 1960 presso la galleria romana La Salita. Viaggiò negli Stati Uniti dove conobbe Andy Warhol, padre della Pop Art. A New York Schifano frequentò la Factory e prese parte nel 1963 alla mostra New Realists organizzata alla Sidney Janis Gallery. Dopo l’esperienza americana espose in numerose mostre in città europee quali Parigi, Milano, Roma e Venezia. Proprio in quest’ultima città partecipò alla trentaduesima Biennale esponendo una selezione di quadri come i suoi Paesaggi Ane-mici, dipinti di straordinario successo. Tra gli anni Settanta e gli Anni Ottanta l’artista si affermò sepre di più sulla scena artistica, acquisendo sempre più celebrità. In questi anni abbandonò per un breve periodo la pittura optando per tecniche come la serigrafia. La sua passione per la sperimentazione lo portò a utilizzare i media e la televisione. Negli ultimi anni della sua vita realizzò le tele computerizzate, in cui l’artista perse immagini dal computer per riportarle su tele emulsionate.