Elio Marchegiani (Siracusa 1929)
Nel 1934 è a Livorno con la famiglia dove trascorre l’infanzia e la giovinezza. Inizia a dipingere da autodidatta. Per tradizione famigliare compie studi classici e si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. L’incontro con Mario Nigro gli fa decidere la strada da percorrere. Inizia ad organizzare mostre ed incontri culturali, ma è la conoscenza e l’amicizia con Gianni Bertini che gli suggerisce di lasciare la provincia per l’avventura artistica a Parigi, Milano, Roma, Bologna. Nel 1959 partecipa alla VIII Quadriennale di Roma. A Firenze fa parte del "Gruppo 70", iniziando una solidale amicizia con Giuseppe Chiari. Intanto cresce in Marchegiani l’interesse per il rapporto arte e scienza che diverrà costante nel suo lavoro. Durante gli anni ’60 collaborano con lui le gallerie Apollinaire (Milano) diretta da Guido Le Noci e l’Obelisco (Roma) diretta da Gaspero Del Corso. Nel 1968 riceve la medaglia d’oro del premio A.I.C.A. (Associazione interna-zionale critici d’arte presieduta da Giulio Carlo Argan). Tra il 1971 e il 1973 realizza "le gomme" portate alla Biennale di Venezia del 1972. Alla luce del principio "fare per far pensare" concepisce in questi anni le "Grammature di colore", sintesi geometrico-astratta dell’affresco italiano. Dopo le ricerche sul movimento e la luce lavora alla ricostruzione di "Feu d’artifice" di Giacomo Balla. Dalla fine del secolo ad oggi, la sua attività è rivolta ad opere tridimensionali ed ambientali, ed al suo “Fare per far pensare” dedito ad un’attenzione al mondo esterno, nella costante convinzione che l’artista debba raccontare anche la propria epoca.