Piero Gilardi (Torino 1942-Torino 2023)
Il lavoro di questo artista si basa su una costante ricerca sul rapporto tra uomo e natura, una ricerca che si serve di strumenti che vanno ben oltre la pittura, con l'obiettivo di coniugare arte e vita. Iniziando da Arte Povera, Land Art e Antiform approda al virtuale come nuovo canale espressivo. Lavorando infatti in un periodo di transizione degli anni ’60, l’artista si autodefinisce “post-pop”. Gilardi si è dedicato anche alla creatività collettiva, con esperienze di atelier psichiatrici e forme di teatro politico e antropologico. L’artista ritiene che l’arte debba uscire dalla sua cornice, diventando “abitabile” ed entrando nello spazio del vissuto. Gilardi si esprime anche riguardo la tecnologia nell’arte, un fenomeno in discussione in tutto il suo periodo di attività. Crede in un’arte che abbia fiducia nella tecnologia ma che al contempo si confronti con una nuova soggettività e con la natura, mettendo in guardia da qualsiasi prevaricazione tecnologica sull’essere umano ma auspicando comunque una vincente alleanza tra uomo e macchina. Con la Galleria Guastalla Piero Gilardi realizza nel 2000 la mostra Acqua Virtuale, un'esposizione circa il tema dell'acqua. In questa occasione l'artista ci ricorda un punto essenziale della sua filosofia che lega uomo e natura: “l'acqua […] accompagna la nascita e la rinascita, come ci dice la psicoanalisi, scarica e purifica le energie negative [..], incarna l'Eros – quando non anche il Thanatos- nelle metafore del paesaggio naturale e dei suoi flussi”. In mostra oltre a numerosi “tappeti-natura”, l’installazione interattiva con interfaccia bionico dal titolo Liquid breath che invitava l’osservatore ad ascoltare il rumore ritmico dell’acqua legato al proprio respiro.