Agostino Bonalumi
Biografia

Agostino Bonalumi (Vimercate 1935-Desio 2013)

L’artista si inserì giovanissimo nell’ambiente artistico milanese; attorno al quartiere di Brera conobbe Enrico Baj, Piero Manzoni ed Enrico Castellani. L’incontro con Manzoni e Castellani si trasformò in un sodalizio tra i tre giovani artisti. Questa collaborazione si interruppe bruscamente alla vigilia della pubblicazione del primo numero della rivista Azimuth, e da allora Bonalumi non appartenne più a un gruppo o formazione. In quegli anni iniziò una ricerca incentrata sullo spazio, che lo portò a realizzare le prime estroflessioni. Queste erano ottenute grazie a telai e strutture che, poste sul retro della tela, ne provocavano la tensione e la deformazione. Negli anni Sessanta la sua ricerca evolve verso la creazione di opere-ambiente, nelle quali lo spettatore partecipa attivamente allo spazio, come in "Blu abitabile" del 1967, seguito da un’altra serie di ambienti culminata nel grande spazio per la sua sala personale alla Biennale di Venezia del 1970. Dagli inizi degli anni Settanta inizia un nuovo ciclo di lavori a "griglia", che porterà avanti fino al 1989. Dopo aver esaurito questo ciclo, elabora tra gli anni Novanta e Duemila un modello più libero basato su una struttura in tondino d’acciaio che consente estroflessioni quasi gestuali. Con questa tecnica realizza anche il suo ultimo ciclo di lavori, basato sul concetto di modulo e su un ritmo più geometrico rispetto al precedente.

 

 

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