Gino Severini (Cortona 1883-Parigi 1966)
Nel 1901, a diciotto anni, si trasferì a Roma dove incontrò Giacomo Balla, che lo introdusse alla pittura divisionista e lo mise in contatto con Umberto Boccioni. Approfondì questo stile nel 1906, quando si trasferì a Parigi e conobbe molti dei principali esponenti delle avanguardie artistiche della capitale francese. Nonostante la sua lontananza dall'Italia, dopo aver aderito al Movimento Futurista, nel 1910 firmò il Manifesto della pittura futurista insieme a Balla, Boccioni, Carrà e Russolo. Nel 1912, invitò Boccioni e Carrà a raggiungerlo a Parigi, dove organizzò la prima mostra dei futuristi. Egli giunse a una visione caleidoscopica in cui spazio e tempo, presente e passato, insieme e particolare si fondono in una festa di luci e colori. Dal 1924 al 1934, anche a seguito di una crisi religiosa, si dedicò all'arte sacra creando grandi affreschi e mosaici soprattutto per chiese svizzere. Nel secondo dopoguerra, reinterpretando le proprie opere futuriste in chiave di decorativismo astratto, ritrovò la sua vena più felice.