SALVO (Leonforte 1947 – Torino 2015)
Salvatore Mangione, nasce in provincia di Enna nel 1947, nel '56 si trasferisce con la famiglia a Torino dove si avvicina alla pittura. Nel 1968 inizia a frequentare il gruppo di giovani artisti che gravitano nell'ambito dell'Arte Povera e che trovano come punto di riferimento la Galleria di Gian Enzo Sperone. Conosce, fra gli altri, Boetti, Merz, Zorio, Penone, e i critici Germano Celant, Renato Barilli e Achille Bonito Oliva. Nei suoi primi lavori si rivelano già alcune tendenze che caratterizzeranno in seguito il suo percorso artistico: la ricerca dell'io, il rapporto col passato e con la storia della cultura. Nella serie 12 autoritratti inserisce con fotomontaggi il proprio volto su immagini tratte dai giornali: queste fotografie vengono presentate nel 1970 alla galleria Sperone. Nello stesso anno realizza, parallelamente ai lavori fotografici, la serie delle lapidi che proseguirà fino al 1972. Nel 1973 avviene una svolta artistica determinante, intesa nel senso di un ritorno alla pittura e alle tecniche tradizionali, nella serie dei suoi d'après, già iniziati negli anni '70, tesi a rivisitare la storia dell'arte in chiave ingenua e semplificata. Nel 1976 partecipa alla Biennale di Venezia con Il Trionfo di san Giorgio (da Carpaccio) e inaugura un nuovo momento della sua ricerca: una serie di paesaggi ospitano, inizialmente con uno schema semplificato e poi con colori squillanti, cavalieri tra rovine architettoniche e visioni di colonne classiche. Nel 1984, su invito di Maurizio Calvesi, partecipa ad "Arte allo specchio", nell'ambito della XLI Biennale di Venezia. Di questo stesso periodo è la serie delle Ottomanie, in cui le suggestioni di un suo recente viaggio in Jugoslavia e Turchia, si traducono nella rappresentazione dei minareti, colti nell'essenzialità della loro architettura e collocati in città immaginarie, o in misteriosi paesaggi notturni.
Nel 2000 realizza per la galleria Guastalla una lito-serigrafia a colori dal titolo Ottobre.