Virgilio Guidi
Biografia

Virgilio Guidi (Roma 1891-Venezia 1984)

Nel 1904 si iscrisse all’Istituto tecnico a Roma, dove sviluppò la passione per la geometria e il disegno, mentre la sera frequentava la Scuola libera di pittura. Nel 1907 abbandonò l’Istituto tecnico per dedicarsi alla pratica presso la bottega del restauratore Giovanni Capranesi, dove lavorò fino al 1911, anno in cui si iscrisse all’Accademia di Belle Arti. Durante questo periodo approfondì gli studi sui maestri del passato come Giotto, Piero Della Francesca, il Correggio e gli artisti francesi Chardin e Courbet. Si interessò anche all'arte contemporanea, in particolare a Cézanne e Matisse, e nel contesto romano fu affascinato dal cromatismo di Spadini. Nel 1913 partecipò e vinse il concorso Lana, bandito dall’Accademia, cominciando a esporre i suoi primi lavori. Nel 1922 entrò a far parte della cerchia di artisti e letterati che frequentava la terza saletta del caffè Aragno, dove conobbe il poeta Cardarelli, con il quale instaurò una duratura amicizia, approfondendo anche il rapporto con Spadini. Nel 1925, alla morte del pittore, la vedova Pasqualina volle che fosse lui a occuparne lo studio, all'uccelliera di Villa Borghese. Nel 1924 espose "Il Tram" alla XIV Biennale di Venezia, ottenendo un riconoscimento definitivo dalla critica. Nel 1926 prese parte alla prima mostra del Novecento Italiano a Milano, al Palazzo della Permanente. Il successo gli permise di dedicarsi esclusivamente alla sua arte e di partecipare alle più importanti esposizioni collettive ufficiali, come le Biennali veneziane (con sale personali nel 1940, 1954 e 1964), le Quadriennali romane, le Sindacali di Padova e Roma, e molte altre. Tra il 1952 e il 1955 la sua ricerca artistica si sviluppò attraverso cicli tematici ricorrenti come "Figure nello spazio", "Angoscia", "Presenze", "Teste" e "Marine". Nel 1960 inaugurò il ciclo dei "Tumulti", seguito dalle "Riflessioni del tempo" e dalle "Architetture umane", che ebbero ulteriori sviluppi nelle "Architetture cosmiche". Negli anni Sessanta, tornò a concentrarsi sulla figura umana con i cicli "Occhi" e "Prigioniera", influenzato dalla Pop Art. Nel 1983 concluse il suo ultimo ciclo, "L’uomo e il cielo".

 

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